Tre o non tre: non è questo il problema

A tre o non a tre: Non è questa la domanda
Scritto da: 
David Jachim

  

Recentemente è stata riesumata una controversa reliquia della formazione psicoanalitica riguardante la frequenza adeguata (o richiesta) delle sessioni analitiche, culminata con l'Associazione Psicoanalitica Internazionale (IPA) che ha apportato un cambiamento di politica nelle sue raccomandazioni alle società che la compongono. Questo cambiamento dà a ciascuna società la prerogativa individuale di stabilire un minimo di tre sessioni e un massimo di cinque sessioni settimanali per la formazione psicoanalitica. Questo cambiamento (non il primo di questo genere nella storia della psicoanalisi) ha alimentato le tensioni tra vari settori della comunità psicoanalitica internazionale e la forza che questo movimento ha creato non si è ancora esaurita.

 

Per comprendere la tenacia di questa continua vaporizzazione è necessario considerare diversi fattori. Innanzitutto cominciamo con Freud che non ha mai approvato un mandato di quattro o cinque sedute, ma si è reso conto che tre sedute andavano perfettamente bene per molte persone. Soltanto per i pazienti più disturbati riteneva necessaria una frequenza più elevata. Per varie ragioni storiche (ad esempio modelli americani contro modelli europei) che vanno oltre lo scopo di questo saggio, il pensiero flessibile di Freud a questo riguardo è andato perduto e si è concretizzata una frequenza più elevata, creando un fossato analitico che, per alcuni, non poteva essere superato.

 

In secondo luogo, la difesa della filosofia dell'alta frequenza è stata supportata da alcune legittime preoccupazioni cliniche riguardanti il ​​potenziale rafforzamento delle difese (ad esempio “Monday Crust”, “perdita di filo”) che può verificarsi tra sessioni poco frequenti e ampiamente distanziate. Altri, come Kernberg (2001), hanno addirittura messo in guardia contro un “pendio scivoloso” della diminuzione della frequenza tradizionale (“Se tre, allora perché non due o uno?”). A questo si aggiunge forse il timore meno menzionato e meno consapevole da parte di alcuni analisti riguardo alla perdita economica in uno scenario di frequenza ridotta. LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO.