Rapporto del Congresso
                          La psicoanalisi nel mondo. Incroci tra culture



Il convegno, tenutosi presso l'Università Luiss Guido Carli di Roma il 3 ottobre 2015, ha rappresentato un importante momento di incontro e riflessione sugli attuali sviluppi della psicoanalisi in molti paesi non occidentali, nell'Europa dell'Est e nel Medio ed Estremo Oriente. Est. I successi, a partire dalla prima menzione nel numero di 'Psiche' di 'Geografie della psicoanalisi', cresciuti attraverso iniziative come quella di Pavia nel 2012, Roma nell'aprile 2014, e Teheran nell'ottobre 2014, evidenziano la forte esigenza di studio i termini in cui gli psicoanalisti vedono se stessi e la loro esperienza clinica nelle diverse culture.

La psicoanalisi oggi si trova a dover rispondere al segno dei tempi, a un'attualità moderna che le si impone, attraverso la sua complessità e gli elementi di crisi che esprime nei vari campi dell'esistenza umana; finanziario-economico, etico, politico, religioso, rilevante per un cambiamento nella natura delle relazioni interculturali e umane in generale.

Questi temi sono emersi subito nei discorsi introduttivi tenuti al convegno dal Rettore dell'Università Luiss Massimo Egidi, dal filosofo e professore Luiss Sebastiano Maffettone, presidente IPA Stefano Bolognini, e da Tiziana Bastianini, Segretario Scientifico di SPI. Ciascuno di loro, dal proprio punto di vista individuale, ha evidenziato la necessità di affrontare questa complessità attraverso un dialogo che coinvolge diverse forme di conoscenza, con la consapevolezza che stiamo vivendo un momento cruciale di cambiamento globale.

Nella sua introduzione Lorena Preta, che ha supervisionato e coordinato tutte le iniziative nel suo ruolo di Direttore del Gruppo di ricerca internazionale, Georgaphies of Psychoanalysis, ha sottolineato la necessità di fornire risposte chiare e dettagliate, soprattutto sui temi di approfondimento culturale. e la teoria clinica, poiché la psicoanalisi nella sua attuale espansione verso altre culture progredirà verso nuove frontiere. Non a caso, nella sua visione di Geografie della psicoanalisi, riafferma il suo senso attraverso la passione per la ricerca di rinnovate configurazioni del metodo psicoanalitico che passano attraverso la revisione delle nostre teorie e dei nostri principi clinici. È necessario che questi incontri tra culture non siano segnati da forme di proselitismo che possono essere visti come una forma di colonialismo ma, al contrario, costituiscano un'occasione di scambio reciproco delle modalità con cui la psicoanalisi si concretizza nei diversi contesti. Lorena Preta, in questi termini, propone il tema centrale di considerare l'universalità di alcuni principi fondamentali della psicoanalisi quando questi entrano in contatto con situazioni e contesti culturali che esprimono diverse forme familiari, processi di identificazione, mitologie e valori. La questione è aperta e costituisce il cuore del problema che la conferenza e l'intero progetto Geografie hanno esaminato e stanno affrontando.

La sessione mattutina ha visto le presentazioni dello psicoanalista e scrittore indiano Sudhir Kakar, dello psichiatra e psicoanalista marocchino Jalil Benanni, coordinato da Andrea Baldassarro, Segretario Scientifico del Centro Psicoanalitico di Roma.

Sudhir Kakar nel suo articolo intitolato 'When Psychoanalysis Travels', ha esplorato il suo ruolo di psicoanalista indiano attraverso l'esperienza della sua formazione in analisi in Germania e i problemi di 'traduzione' che ha affrontato lì con il suo analista, non solo in termini di linguaggio, ma anche nell'inconscio fattori culturali visti come elementi significativi del campo analitico condiviso. Il corpo del suo lavoro, tuttavia, si concentrava su un'analisi approfondita delle narrazioni mitologiche nella cultura indiana. La sua ricerca ha portato alla luce le relazioni ambivalenti e conflittuali tra la figura maschile e quella femminile nel pantheon delle divinità indù in relazione ai nuclei culturali che esprimono le identificazioni primarie legate alla realtà psichica in quello specifico contesto. A questi tipi di configurazioni inconsce corrispondono forme culturali caratterizzate da relazioni familiari e parentele che stabiliscono una preminenza della figura materna sul padre. Kakar ha anche espresso molto chiaramente le sue opinioni più generali sul rapporto tra cultura e inconscio che sono in una stretta relazione co-determinata.

Nella seconda presentazione "Reinventing, Transmitting Psychoanalysis", Jalil Benanni ha affrontato il tema della diffusione e trasmissione della psicoanalisi in Marocco partendo da alcuni riferimenti storici. Il Marocco si presenta come un Paese del Maghreb che, pur caratterizzato da forti contraddizioni, ha espresso una grande sensibilità nei confronti della psicoanalisi. Gli psicoanalisti marocchini si sono valutati sia con la necessità di "decostruire" il "colonialismo" come "via della conoscenza", sia con il suo interfacciarsi con la tradizione e la magia arabo-musulmana. In termini di strategie sociali di cura, la figura del marabout o santo guaritore locale e il ruolo dei demoni Jinn hanno avuto, nella genesi delle malattie sia fisiche che mentali, una funzione preminente nella cultura tradizionale. Seguendo l'ispirazione del pensiero di Lacan, Benanni sostiene che la parola in psicoanalisi costituisce se stessa come un elemento che è radicato nel linguaggio come espressione di una cultura. Nel momento in cui l'analista interroga il paziente nella sua verità culturale, essi permettono la nascita di un nuovo soggetto che mette in gioco la sua natura complessa e multilingue.

Paolo Fonda, attualmente membro del Board dell'Istituto Europeo IPA-EFF e Co-chair Europeo dell'International Committee of New Groups, ha coordinato gli interventi nel pomeriggio e ha letto un paper di Maria Teresa Savio Hooke, European Co-chair del Comitato IPA per le prospettive psicoanalitiche sull'invecchiamento e presidente dei nuovi gruppi internazionali dell'IPA, che non ha potuto essere presente. Fakhry Davids, psicoanalista, di origine sudafricana della British Psychoanalytic Society e Lin Tao, psichiatra e psicoanalista cinese e membro dell'IPA erano i presentatori.

Nel suo contributo 'Unknown Steps: espandere la mappa della psicoanalisi. Il lavoro dei nuovi gruppi internazionali 'Maria Teresa Savio Hooke descrive una mappa della situazione attuale dello sviluppo della psicoanalisi nel mondo in relazione alle attività del Comitato Internazionale dei Nuovi Gruppi (ING) dell'IPA. Sottolinea il dinamismo ei processi di trasformazione legati alla diffusione della psicoanalisi nei paesi non occidentali considerando gli elementi di libertà che ispirano il lavoro della psicoanalisi come correlati ai bisogni dei paesi, essi stessi nel processo di cambiamento culturale e politico. Sottolinea la complessità dei nuovi processi di globalizzazione, l'apertura alla psicoanalisi di molte situazioni locali, ma anche le difficoltà incontrate nello scambio reciproco in situazioni dove, oltre alla differenza culturale, pesano fattori di potere in contesti totalitari. Facendo riferimento a un suggerimento di Paolo Fonda, sottolinea l'importanza dell'emergere di un soggetto individuale più fortemente riconosciuto contro le condizioni di oppressione da potenti gruppi forti ed esclusivi.

Fakhry Davids nel suo lavoro "Living in Two Worlds: a clinical exploration" ha proposto il caso clinico di un paziente in analisi a Londra di origini arabo-musulmane. Ha evidenziato alcuni momenti cruciali della sua storia personale a partire da una prima traumatica esperienza d'infanzia in un collegio cattolico. Durante l'analisi, nel rapporto transfert-controtransfert, è emerso un sistema di difesa basato sulla scissione tra parti del Sé non integrato relativo all'esperienza delle donne immigrate in Occidente e all'identificazione con un'identità di un arabo musulmano osservante. Queste difficoltà, espresse in una carenza di contatto emotivo, si sono rivelate strettamente correlate a una difficoltà nel lutto per l'esperienza di separazione infantile e alla situazione analitica. Davids ha anche sottolineato i problemi causati da una molteplicità di fattori dovuti alla sua identità di psicoanalista che ha vissuto l'esperienza dell'emigrazione. L'analisi delle esperienze aggressive e odiose del paziente ha permesso il contatto con sentimenti razzisti sottostanti permettendone l'elaborazione; dinamiche, di tipo proiettivo-introiettivo, estendibili a un campo sociale più ampio.

Lo psicoanalista cinese Lin Tao nel suo articolo intitolato "L'apprendimento linguistico della psicoanalisi: una barriera o un ponte?" tornato sul tema dell'integrazione delle diverse esperienze del Sé a livello culturale, approfondendo il problema della traduzione. La sua analisi ha evidenziato la complessità e la difficoltà di tradurre dall'inglese al cinese e viceversa, sia nei significati delle espressioni che nelle esperienze correlate sia nell'esperienza personale che a livello più propriamente psicoanalitico. Partendo dal proprio percorso formativo di cinese che ha imparato la psicoanalisi dopo il suo trasferimento a Londra, Lin Tao sottolinea l'importanza di riconoscere le diversità linguistiche e culturali, non negando le difficoltà sottostanti ma rendendo produttivo il gap che inevitabilmente si verifica nel processo traduttivo. L'immersione nello stile di vita inglese e nel lavoro di uno psicoanalista diventa l'occasione per assumere, nel rapporto tra le due lingue, la dimensione di un accoppiamento creativo.

L'incontro, non solo per l'ottimo livello delle relazioni, è stato caratterizzato da numerosi dibattiti con il pubblico che ha partecipato con domande e interventi che hanno arricchito i dibattiti sulla diffusione della psicoanalisi nel mondo. Il rapporto tra cultura-inconscio, il problema della sofferenza traumatica legata all'esperienza della migrazione, la connessione tra gli aspetti psicologici e culturali e la grave crisi economica e finanziaria sia a livello locale che globale, sono stati fonte di riflessione verso un discorso interdisciplinare aperto a sviluppi nuovi e originali.

                                                                                                     Alfredo Lombardozzi